Il racconto di un’amica, bella e intelligente. Il suo articolo ci ha fatto venire in mente il superbo incipit del racconto di Niccolò Ammanniti “Fa un po’ male” Einaudi, 2012.
“Se Angela Milano, studentessa al terzo anno di odontoiatria, avesse fatto un pompino a Robbi Cafagna tutta questa triste vicenda non sarebbe mai avvenuta ed io non starei qui a raccontarvela.
Ma una sorte amara volle che proprio quel pomeriggio Angela,dopo una lunga discussione con l’amica del cuore…”
Come va a finire il racconto ve lo leggete, se vi pare.
Ma resta l’interrogativo di fondo: un pompino, ti cambia la vita?
Succhiare un cazzo è un atto di volontà. Scoprirlo, guardalo, impugnarlo, leccarlo, giocare con le vene che si gonfiano, stuzzicarne la punta, succhiare il frenulo, metterlo in bocca, decidere il ritmo, i tempi, il modo e se farlo venire. Un pompino è scopare un uomo con la bocca.
Farsi scopare la bocca è un atto di sottomissione. Ti appoggia la punta, la sbatte sulla lingua, te lo fa desiderare, ti afferra i capelli, te lo ficca in bocca, lo conficca in gola, rimane, poi esce, riaffonda, non ti lascia respiro, ti spinge la testa, ti fa lacrimare, soffoca, detta il ritmo, resta al fondo, conato, riprende, ritmo veloce, poi lento, sbavi, gli bagni i coglioni, respiri, poi dentro di nuovo, ti riempie e tu ingoi.
Lusingata di entrare in casa vostra
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Piacere nostro
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Domanda interessante. A me l’ha cambiata scoprire la dicotomia che avete appena rebloggato
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Visto? Magari un pompino non ti cambia la vita, ma la coscienza del pompino si🍓💥
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Ci sono orizzonti che si aprono e che poi è impossibile chiudere
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